Ciao
baccalà ovvero merluzzo sotto sale, da non confondere con lo stocafisso,stesso pesce in genere
proveniente dal nord europa ma seccato dal vento scandinavo e con tutte altre caratteristiche organolettiche
L’ unica problematica del baccalà è la sua dissalatura che per farla bene occorrono alcuni giorni
tenendolo a bagno in acqua fredda e cambiandola spesso.
Con questo pesce usato quasi in tutte le regioni d’ Italia, Spagna,Portogallo ecc. si possono fare
molti piatti e abbinamenti, vi mando la ricetta di questo piatto che abbiamo avuto in menù nella
passata settimana.
I peperoni si cuociono al forno, si sbucciano a freddo e si tagliano a striscioline,
in una larga padella, si soffrigge piano in un filo di olio extravergine uno spicchio di aglio che poi si toglie. Aggiungre le
fette del filetto di baccalà precedentemente infarinate, cinque minuti per parte, spruzzata di spumante o
altro vino bianco,lasciar evaporare e mettere le striscioline di peperoni pochi minuti col coperchio ed
è pronto, se si usano dei peperoni rossi l’ effetto cromatico è piacevole.In abbinamento con una buona
bollicina magari del Trentino o anche Francese non si sbaglia mai !
gnocchi affumicati ai chiodi di garofano
ciao a tutti
vi voglio inviare questa ricetta, un pò particolare. E’ da più di un anno che lo facciamo ma la trovo piuttosto curiosa:
l’impasto per gli gnocchi è sempre il classico, patate piuttosto farinose a buccia rossa e pasta gialla, un paio di uova ogni chilo di patate, farina 00 fino che l’ impasto non si appiccichi più alle mani. La differenza sta nell’affumicare le patate dopo la bollitura, si sbucciano le si mette direttamente sulla griglia del forno caldo 180° coperte da un foglio di stagnola per mantenerci un pò di umidità e sotto ci si infila una teglia brutta e non antiaderente dove abbiamo messo una bel pugno di chiodi di garofano, incendiati facendoli prendere temperatura sul gas e stoppando le fiamme soffocandole nel forno chiudendolo subito, 10 minuti al massimo e poi si procede al normale impasto per gli gnocchi… Io li condisco solo con ottimo burro di alpeggio.
Il piccolo dettaglio del pericolo di incendio, della affumicatura di tutta la casa e di aver sporcato per bene il forno non è da sottovalutare ma il risultato è sorprendente (farlo in una cucina con super cappa e attrezzata non è poi così complicato ma in casa vedetevela voi).
Arrivederci
menù castagne
buongiorno a tutti
visto che siete in molti, anzi in troppi interessati al menù, lo riproponiamo giovedì 19/11/09
alla prossima.
fagottino di crespella ai cardi e castagne con olio alle acciughe
eccoci,
oggi vi propongo un piatto dal gusto molto definito, con ingredienti semplici ma vi assicuro di un ottimo risultato.
Importante è sicuramente l’ olio extravergine che mi fornisce un piccolo produttore di Altofonte -PA- (Daidone Giuseppe,091437450; lo consiglio ottima qualità/prezzo) con cui viene condito il tutto, le castagne e i cardi fanno il resto.
castagne
qualche gamba di cardo
uno spicchio d’ aglio
acciughe dissalate e frullate con olio extra
per fare le crespelle, uovo, farina e latte,
amalgamare bene 3-4 cucchiai di farina nell’ uovo intero,tenendo conto che usciranno circa 5-6 crespelle da 15cm di diametro, aggiungere il latte , fino a raggiungere una consistenza abbastanza liquida,scaldare un padellino unto di olio con una carta assorbente e cuocere le crespelle più sottili che si riesce.
Intanto sbollentare al dente le gambe del cardo in acqua salata, precedentemente sfilate,le quali durante la cottura perderanno gran parte dell’amaro, tagliarle in piccoli pezzi e saltare in padella con lo spicchio e le castagne che avrete ovviamente prima bollito al dente e poi sbucciato ancora calde(noiosa operazione), quando si sarà tutto insaporito prenderne una cucchiaiata e farne un fagottino nella crespella,io li ho legati con un filo di erba cipollina,breve tostatura di pochi minuti in forno e impiattare cospargendoli dell’olio alla acciuga.
Il contrasto amaro del cardo, il dolce delle castagne e il salato delle acciughe rende un gusto molto interessante.
E’ più facile farlo che dirlo!
ciao a tutti
Alchimie in Cera
Ciao! Eccovi una segnalazione.
La nostra cara amica Silvia, e Marco, che molti di voi conoscono grazie alle loro creazioni in cera che trovate nel nostro locale, ci segnala che faranno una mostra presso InGenio, a Torino, in via Montebello. Ecco l’invito alla mostra. Siete quindi tutti invitati a vedere le creazioni del laboratorio Alchemò. Non mancate!
menù: le castagne
Ecco: finalmente vi comunico che il menù a tema con le castagne lo prepareremo nelle serate giovedì 05/11/09
e giovedì 12/11/09
menù
Focaccia, lardo, castagne e miele con calice di bollicine
Insalata di radicchio ricotta affumicata e castagne
Sformato di castagne su crema di zucca
Crespelle al cardo e castagne con olio alle acciughe
Risotto Acquerello al Nebbiolo e castagne
Tagliolini al salampatata e castagne
Involtini di petto d’anatra verza e castagne
Castagne sfumate al brandye crema al mascarpone
Tarte tatin di pere e castagne
Dalla cantina:
Moscato giallo 2008 az. Manincor (Caldaro)
Nebbiolo 2007 az.P.Busso
Le Petit (passito) az. Manincor (Caldaro)
Il prezzo sarà di 35 euro tutto compreso.
Mac Bün e anche mach bon
Ciao a tutti,
mi permetto di intrufolarmi, visto che sempre di buon cibo si tratta, per segnalarvi un articolo sul blog di Luca Pautasso sulla polemica che si è innescata con l’apertura dell’agri-hamburgeria Mac Bun che hanno aperto a Rivoli. La storia è apparsa ormai su tutti i giornali ma mi piace segnalarla da un blog nostrano che non ha riciclato la solita notizia facendo un copia e incolla palese.
In realtà ho visto che in Corso Allamano il rinnovato spaccio della Abit si chiama anche Mac Bon, con la “o”, che in piemontese sarebbe più corretto, ma forse proprio per quello il fast slow food di Rivoli ha scelto la grafia con la “ü”.
Se vado all’inaugurazione domani sera, poi vi faccio sapere!
Pane, buono come il pane
Eccomi!
Il pane della Baritlera, come credo sappiate, è tutto di mia produzione; utilizzo diversi tipi di farina provenienti dal Mulino Sobrino di S.Stefano (CN) da agricoltura biologica.
La ricetta non è tipica ma l’ho adattata secondo le esigenze del ristorante, non essendo panettiere ma cuoco faccio come posso: non riesco ad utilizzare la madre o la pasta acida come agente lievitante ma il banale lievito di birra, in quanto la conservazione della madre non è ottimale in cucina giornalmente sanificata (così dice l’ASL) e la lievitazione avviene in asettici contenitori di plastica, nonostante si potrebbero avere dei diversi risultati utilizzando casse in legno di castagno o frassino, ma se la G… (ispettrice ASL) me le vede prima mi gonfia poi mi denuncia!
Comunque:
- farina,
- acqua,
- lievito,
- sale e zucchero,
semplicissimi ingredienti possono dare risultati sorprendenti. Solitamente ne preparo di due tipi, uno bianco classico con farina di grano tenero tipo “O” e uno con miscela al 50% di segale o farro, le impasto meccanicamente con il 40% di acqua a 35° il 2/3% di lievito, poco sale e zucchero due ore di lievitazione in plastica, ne faccio dei filoni in una teglia e li lascio riposare per un’ altra oretta e inforno nel putagè a legna per un’ ora a 200° circa (difficile da regolare infatti a volte si brucia un pò) e voilà il pane è in tavola.
La ricetta è ancora da affinare, è solo 5 anni che panifico ma prima o poi arriverà il pane tipico della Baritlera.
ciao !
Andrea
menù a tema: porcini
visto che in molti mi chiedete di ripetere il menù dei funghi è possibile per giovedì 15 ottobre (domani sera).
spero che abbiate il tempo di organizzarvi, anche perché i funghi si trovano ancora per questa settimana… poi chissà.
Focaccia ai porcini e calice di bollicine
Tartare di fassone con insalata di porcini freschi
Patata di Chianocco con uova di quaglia e fonduta ai porcini
Flan di trota e porcini e la loro crema
Lasagne di segale con ragù di cervo e porcini
Vellutata di ceci e porcini caramellati
Reale di manzo stracotto accompagnato da porcini trifolati
Millefoglie di pere e cioccolato fondente.
Dalla cantina:
Timorasso “San Leto” 2004 az. Ricci
Cabernet sauvignon “Siemegg” 2006 Cantina produttori Terlano
Moscato “Dolci passioni” az. Marchisio
tutto compreso 35 euro
patate scavate uova di quaglia e porcini
Ciao a tutti.
Giovedì 08-10-09 siamo finalmente riusciti a fare un menù tutto funghi, spero sia piaciuto; noi ci siamo impegnati molto nell’eseguirlo.
Per coloro che non hanno trovato posto vogliamo dare la ricetta di un piatto interessante, anche se lo abbiamo un pò scopiazzato qua e là e un pò modificato:
patate scavate con uova di quaglia, porcini e fonduta di toma:
- sbucciare e scavare le patate (io ho usato uno scavino ma si può usare un cucchiaino o uno spelucchino) di media dimensione;
- buttarle in abbondante acqua salata bollente per 7/8 minuti
- scolarle e raffreddarle (occhio alla cottura che poi si rompono!)
- metterle in una teglia da forno, romperci un uovo nello scavo (attenzione le uova di quaglia sono molto fragili e se non si incidono con un coltellino a seghetto vi rimarranno un sacco di frammenti di guscio!)
- metterci i porcini precedentemente saltati in padella con un pò di olio e sale, infornate a 200° per 6/7 minuti (attenzione l’uovo non deve cuocere, solo prendere temperatura)
- impiattare e ricoprire con abbondante fonduta bella calda che io ho fatto sciogliendo 30 g. di burro 200g di toma ma si può usare fontina o comunque un formaggio a pasta abbastanza grassa, un cucchiaio di farina
- amalgamare bene il tutto a fuoco basso e aggiungere un bicchiere di latte, cuocere per 10 minuti, se non viene bella liscia e priva di grumi si può passarla con il frullatore a immersione(questa non è la ricetta della classica fonduta ma una modifica per semplificare e velocizzare il risultato!), una spolverata di pepe e… “su ca le bel”!
Assieme io berrei un bel vino bianco di struttura un pò invecchiato, noi lo abbiamo servito con un Timorasso vendemmia tardiva del 2004
dei Colli Tortonesi dell’ az. Ricci, questo è tutto. Alla prossima!
ciao Andrea